Tra i locali più in voga a Firenze, il Twist Bistrot si distingue per la sua ricca offerta che include serate a tema di vario genere, la cortesia del suo staff e il suo arredamento vintage-chic. All’interno, in puro stile camp, troverete lampadari antichi, dischi in vinile appesi al soffitto, teiere, libri, fenicotteri rosa, giocattoli e abiti (in vendita!). Una cosa è certa: al Twist non ci si annoia e ci si sente a casa. Una delle particolarità del Twist, sono gli spettacoli di Drag Queen! Attualmente l’unico locale a Firenze a proporre questo tipo di intrattenimento, il Twist rappresenta una svolta innovativa nella scena dei locali LGBTQ+ e friendly della Toscana. Oggi, abbiamo parlato con Franco, il titolare, di questa interessante iniziativa e della sua passione per il Drag.
QTT: Quando hai cominciato a fare Drag? Che cosa ti ha ispirato?
Franco: All’inizio, per me, non era Drag. Sai, ero un ragazzo e ancora non conoscevo questo mondo. Ho iniziato a fare imitazioni di cantanti quando avevo circa 14 anni… in oratorio! Lì, ricordo che c’erano le feste di Carnevale e i ragazzi che si occupavano dell’animazione creavano sketch, scenette e spettacoli teatrali. Ricordo che a un certo punto iniziarono a fare i vecchi Festival di Sanremo. Così, molti uomini imitavano cantanti donne e viceversa. A me piacevano moltissimo questi spettacoli e non me ne perdevo mai uno. Crescendo, iniziai ad appassionarmi. Imitavo Raffaella Carrà e Wanda Osiris, senza sapere che poi sarei arrivato a conoscere quest’ultima dal vivo, creando una bellissima amicizia. Quando mi sono trasferito da Milano a Roma, ho proseguito la mia passione, sempre in modalità privata, finché non ho aperto il Twist Bistrot, che è stata una scommessa, perché non lo avevo mai fatto davanti a un pubblico prima!
QTT: Ci sono stati dei momenti difficili nella tua carriera di Drag?
Franco: Be’, come puoi immaginare, iniziando in oratorio giocavo col fuoco del diavolo! Mi depilavo le gambe e, dopo uno spettacolo in cui avevo fatto la Carrà, ricordo che il parroco convocò una riunione durante la quale mi mortificò davanti a tutti. Tuttavia, nonostante l’umiliazione che provai, non cambiai il mio modo di essere e di agire. Anzi, ho proseguito a fare spettacoli sempre a livello amatoriale e privato, specialmente durante le feste e, con il passare del tempo e il perfezionamento, ho creato un personaggio, Miss Flo, che ha avuto grande successo con l’apertura del locale e quindi ho affrontato il pubblico vero e proprio! Quindi, non ho avuto grandi problemi, perché il mio personaggio non è mai stato volgare, ma sempre alla ricerca di eleganza e raffinatezza. Perfino quando andavo alla Pam a prendermi la lacca tutto truccato, la gente mi guardava con sorpresa e non con diffidenza!
QTT: Cosa è cambiato negli anni, secondo la tua esperienza, nel mondo del Drag sia in Italia che all’estero?
Franco: Il mondo del Drag è cambiato tantissimo. Ora, fare la Drag Queen è diventato quasi un tentativo di superare le donne. Le Drag Queen di ora sono superstar, vogliono ballare e avere qualità superiori alle donne biologiche. Io non apprezzo questo modo, pur riconoscendo che sia una necessaria evoluzione. Un tempo, le Drag Queen erano quelle che accentuavano, anche in modo caricaturale e esagerato, il trucco di una donna, le movenze di una donna, scimmiottandola. A volte, questo succedeva con grande eleganza e c’era sempre un forte legame fra loro e il pubblico. Questo aspetto credo si stia perdendo, cioè il gioco e l’aspetto più spiritoso dell’esibizione, che poi è quello che fanno in America. Negli Stati Uniti, le Drag Queen chiedono la mancia – un dollaro – che le persone del pubblico gli infilano nel reggiseno: questo aspetto in Italia non esiste, anche perché la moneta da un euro non è pratica come il biglietto da un dollaro!
QTT: Tu dici spesso che il tuo Drag è “di altri tempi”. Cosa intendi dire?
Franco: Io cerco di fare quel drag che all’epoca era un travestimento vero e proprio, coinvolgendo il pubblico. Mi sono ispirato molto a una famosa drag queen della Florida, che è un ragazzo cubano, da cui ho imparato tanto nelle movenze e negli atteggiamenti. Lui è davvero straordinario: ci sono tante Drag Queen che ora si vestono in modo molto appariscente, con luci e abbigliamenti sfavillanti, mentre a volte basta semplicemente un tubino e un cappellino e… spazzi tutti via! Io mi ispiro all’eleganza, come Wanda Osiris nel dopoguerra. Non sapeva ballare, cantare o recitare, ma aveva un portamento così elegante e un guardaroba talmente ricco e bello (ricordo delle pellicce di tutti i colori, costosissime!) che faceva davvero sognare il suo pubblico. Perciò, l’eleganza è quello che intendo per “Drag d’altri tempi”.
QTT: A proposito del Twist, in cosa si differenzia nell’offerta LGBTQ locale?
Franco: Il Twist, secondo me, è un luogo familiare, prima di tutto. Viviamo in una società di sconosciuti, perciò il Twist vuole essere un punto di riferimento, una specie di vecchia bottega d’un tempo, o una portineria. L’idea del vintage, col tempo, ha preso sempre più piede e ora non c’è soltanto il caffè o il panino, ma si può parlare di esperienza. Un’esperienza che non è rivolta esclusivamente a un certo gruppo di persone, cioè solo per gay e lesbiche, ma è aperto a tutti ed è molto inclusivo.
QTT: Per concludere, quali sono i progetti per il futuro?
Franco: Be’, se fosse per me, creerei ogni giorno un progetto differente! Ricominceremo a luglio con tutte le nostre serate di jazz, flamenco, anni Sessanta… Ci sarà il DJ, la “cena con delitto”, e, ovviamente, con voi di Queer Tuscany Tours inizieremo questa collaborazione con le Drag in tour… Quindi, c’è molto che bolle in pentola!
QTT: Grazie mille Franco e a prestissimo!
Il Twist Bistrot è aperto tutti i giorni ed è perfetto per consumare pasti caldi, cocktail, aperitivi o un semplice caffè. Per essere sempre informati sugli eventi del Twist, consultate la loro pagina Facebook che è sempre aggiornata! Ci vediamo al Twist!